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Castello, si riparte con 100mila ettolitri: è metà della produzione annunciata

Notizia del 28/03/2006

[Il Gazzettino]

Un calo dovuto a intoppi burocratici successivi alle operazioni di cessione della fabbrica da Heineken all'azienda friulana che, inevitabilmente, hanno fatto slittare i tempi di riavvio della produzione.

A illustrare le linee guida del piano industriale, ieri nella sede di Assindustria di Belluno, c'erano il responsabile amministrativo Barnaba, la referente del personale Bettoni e i consulenti Callestani e Toppan, assenti invece il presidente Leondini e l'amministratore delegato Verardo. Loro interlocutori, accolti da Sonia Cossalter di Assindustria, i sindacalisti Roberto Montagner e Valerio Costa (Flai-Cgil), Riccardo Bernard (Fai-Cisl), Giacinto Prest (Uila-Uil) e le Rsu Davide De Martini Bonan, Lucio Faoro, Edy Marcabrun e Roberto Turrin.

Come previsto dall'accordo ministeriale - spiegano le Rsu - nel giro di pochi giorni saranno assunte venti persone, mentre entro il primo anno di cassa integrazione altre venti. Per cause strettamente legate alla burocrazia saranno circa 100 mila gli ettolitri prodotti quest'anno, qualcosa meno del previsto. Del totale, circa 20 mila ettolitri saranno Birra Pedavena, il resto private label. Per il 2007 saranno invece almeno 250 mila e poi via via a crescere negli anni successivi. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali - aggiungono - la cassa integrazione per chiusura concessa da Heineken si trasformerà, dal 4 aprile, in cassa integrazione per riorganizzazione e ristrutturazione. Ciò significa che il piano sociale di Heineken terminerà in quella data. Da allora, tra le proposte avanzate, ci sarà anche quella della rotazione del lavoro per fare in modo che durante il periodo di cassa integrazione, non lavorino sempre le stesse persone. Ma di questi dettagli riparleremo dalla settimana prossima. Da quando, cioè, Castello sarà a tutti gli effetti la nuova proprietaria. Infine - concludono le Rsu - sarà da trattare l'organizzazione di corsi di formazione qualora ci dovessero essere degli esuberi. Gli enti locali infatti, al Ministero del Welfare, si erano assunti l'impegno di predisporre eventuali corsi. L'auspicio, naturalmente, è che questi non debbano servire: speriamo che tutti possano essere assorbiti.

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